venerdì 17 luglio 2009

La Riserva - primo episodio

Ero stato invitato dal mio amico Rox nella sua casa di campagna: un casale restaurato da poco attorniato da un grande campo costituito da ulivi e noccioli. L'estate era alle porte e avevo parcheggiato nella strada laterale che avrebbe immesso nel vialetto, troppo stretto per permettere alla mia auto di entrare. La casa aveva un colore rosso che stagliava fra la vegetazione verde e lussureggiante, piuttosto alta, e circondata da una vecchia cancellata di ferro battuto verniciata male di nero. Il cancello era aperto: Rox mi attendeva da ore perché mi ero imbattuto in un incidente sulla statale e la coda delle automobili era piuttosto lunga. stava facendo sera ma c'era molta luce. Presi la borsa con me ed entrai dirigendomi verso la casa. Non c'era anima viva. Bussai alla porta ma nessuno mi rispose così attesi svariati minuti ma nessuno venne ad aprirmi. Feci un giro attorno alla costruzione: le finestre chiuse facevano intravedere l'interno ma era come se nessuno ci fosse. Strano, pensai, eppure era stato prorpio Rox a chiedermi con un messaggio di raggiungerlo per il fine settimana. Nel piccolo giardino retrostante, chiuso da una piccola recinzione, c'erano moltissime rose, alcune sfiorite, e l'erba alta non curata. Il cancelletto era aperto, così entrai sperando che egli fosse dedito alla cura del luogo. Potevo vedere un gazebo da lontano e mi ci diressi, costeggiando siepi di lauro piuttosto alte. Un cartello buttato da una parte con la scritta Riserva fatta con il gessetto bianco indicava la sinistra. Presi quella direzione che portava ad un accesso strettissimo costituito da siepi ancora più alte di busso. Non avevo mai visto siepi di busso così alte. Dopo aver camminato in quel budello per circa dieci metri uscii in un allargamento. Davanti a me avevo tre altre direzioni. decisi di tornare indietro ma, riprendendo la stessa via da dove ero entrato mi ritrovai nello stesso slargo con le tre direzioni. "Che scherzo è questo?" gridai, "Rox! Ci sei? Sono io!" ma nessuno rispose. La cosa mi stupì ma inconsciamente mi stuzzicò. Scartai due direzioni perché una aveva un masso davanti, come a dire che era stata chiusa e un'altra aveva rovi molto aggovigliati, cioè non era praticata da anni. Entrai nella direzione più plausibile e le siepi si fecero più alte, tanto da vedere solo una lingua di cielo serale colorato di rosa. camminai per una cinquantina di metri e capitai in una radura: gli alberi di ulivo non c'erano più ma ora il paesaggio era diverso poiché costituito solo da abeti e pini e in più il terreno era inclinato poiché sembrava invitare ad una salita. Quando mi voltai vidi una cosa impossibile: dietro di me una valle smisurata e la casa, la strada e il paesaggio che avevo appena vissuto non c'erano più. Eppure non avevo bevuto né fumato nulla.